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a cultura è il primo passo per far crescere il paese, lo dicono tutti. Ritengo sia un dovere tentare di far crescere la cultura contadina del nostro territorio, in questo quarto di secolo appena trascorso è stato tenuto nella più totale inconsapevolezza dei propri diritti da parte del Consorzio Bonifica Centro, Organizzazioni di Categoria e Politica.

Comincerei dall’idrante, è lo strumento che consente al Consorzio di obbligare al pagamento dei contributi consortili. Non inizio dal Regio Decreto del 1933, che seppur alla base di una corretta gestione, su alcuni punti è stato superato da norme, leggi e direttive ministeriali per adeguarlo alle situazioni dei nostri tempi.

Con la sentenza n. 188 del 19/10/2018, la Corte Costituzionale ha chiarito, riferendosi alla Legge regionale della Calabria ma fissando dei principi di carattere generale, che la contribuzione al consorzio di bonifica è dovuta solo in caso di beneficio diretto ed effettivo in favore del singolo consorziato.

L’intesa Stato-Regioni del 18 settembre 2008, ha previsto che le spese del consorzio sono a carico dei consorziati «i cui immobili traggono beneficio dalle azioni dei Consorzi». L’unico servizio prestato ai consorziati di Bonifica Centro è quello idrico, irriguo e non irriguo. Quindi è la disponibilità dell’idrante che rende assoggettabile il fondo al pagamento del contributo, ma non basta, il fondo deve avere i requisiti per poter utilizzare il servizio e il consorziato deve poterne trarre dei benefici, la semplice disponibilità idrica non basta. Adesso non entro nei dettagli, ma se ad esempio ho solo mille mq di terreno irriguo mai e poi mai riuscirò a trarre alcun beneficio diretto e concreto, e quindi non è dovuto nemmeno il contributo idrico potenziale, visto che è proibito dallo stesso consorzio attaccarsi in maniera permanente all’idrante per svolgere attività diverse dall’irrigazione a pioggia.

Diversamente, se i regolamenti consortili prevedessero questa possibilità, potrebbero obbligare al pagamento del contributo idrico potenziale sui mille mq. Dovrebbe essere anche chiaro che, ove il fondo abbia i requisiti, la pressione in uscita deve essere sufficiente per utilizzare gli irrigatori, il rotolone necessita di circa 6 bar.

Per concludere, la norma dell’idrante a una certa distanza, utilizzata dal consorzio bonifica centro per tassare praticamente tutti, non esiste. Non lo dico solo io, lo dicono anche sentenze della Corte di Giustizia Tributaria già passate in giudicato.

E non venissero a parlare degli allacci per usi diversi come pretesto per obbligare al pagamento del contributo irriguo, è questo un contratto di tipo privatistico che contempla il pagamento di quanto statuito e null’altro può essere richiesto all’utente.

Se oggi per far valere questi diritti elementari un consorziato è costretto a ricorrere in tribunale, ritengo che la situazione sia molto grave e mi auguro che qualcuno si decida ad intervenire.