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l 26 aprile il nuovo Consiglio di Amministrazione ha approvato il bilancio di previsione per il 2024, il documento programmatico che autorizza le spese e che stabilisce la misura delle entrate tributarie, cioè i nostri contributi per intenderci.
Il nuovo C.d.a. ha fatto le cose per bene, finalmente, e per noi è una grande soddisfazione. Ha redatto il preventivo della gestione irrigua, cosa che probabilmente il Consorzio non ha fatto mai, in modo che i nostri contributi corrispondano a quello che effettivamente è la spesa sostenuta dal Consorzio per l’irrigazione, e non altro.
Ha eliminato dal bilancio tante voci gemelle che almeno negli ultimi sette anni facevano da condimento al bilancio di previsione, come le entrate previste per la vendita di beni immobili per 950 mila euro, previste ogni anno per sette anni di seguito ma mai realizzate, oppure come le sopravvenienze passive di 590.000 euro che gravano ogni anno sulla contribuenza, ma che non vengono mai iscritte a consuntivo, con il paradosso che ogni anno la paghiamo, ma le sopravvenienze non vengono mai iscritte a consuntivo; oppure come le spese per la “gestione avvisi di pagamento”, quelle che paghiamo sulla bolletta inserita nella prima riga di riepilogo, ma che già sono state conteggiate nelle contributo dovuto, in modo che le paghiamo due volte; e soprattutto ha disciplinato in modo corretto la contabilizzazione delle famose spese dell’energia elettrica, che finora seguivano un percorso tortuoso: a preventivo venivano divise tra settore idrico e settore depurazione, ma a consuntivo confluivano in un solo conto, manco a dirlo quello del settore idrico, che alla fine era l’unico a pagare.
Infine, udite udite, per la prima volta nella storia del Consorzio, hanno applicato alla lettera il regolamento dell’irrigazione, riconciliando le spese preventivate con quelle effettivamente sostenute, determinando il conguaglio 2021-2022-2023 delle maggiori spese caricate al comparto idrico.
Pensate che per il solo 2023 le spese dell’energia elettrica sono state caricate alla contribuenza per 4,5 milioni a fronte di una spesa effettiva di 3,6: un bel risparmio, no?
Ora stiamo tranquilli, le cose funzionano, il consiglio merita la fiducia dei consiglieri che hanno votato tranquillamente il bilancio senza battere ciglio.
Se siete arrivati a leggere fin qui sappiate che era tutto… UN SOGNO! Nulla di tutto questo è accaduto anzi è accaduto esattamente il contrario. A cominciare dal bilancio in sé, che non è stato predisposto, ragionato e sottoscritto dal Comitato Amministrativo (Tocco, Ciarcelluti e Candeloro) ma è quello che a dicembre 2023 il generalissimo Tenaglia aveva predisposto per la Commissaria Valenza, la quale tuttavia non risulta averlo mai approvato: i nuovi non ci hanno messo una nota.
Il Governo del cambiamento, non c’è che dire.
Preventivo di gestione irriguo? Non sanno neanche cosa sia. Conguaglio degli anni pregressi? Idem. Voci in bilancio che si ripetono sempre uguali da sette anni? Di più. E già perché, se finora non era chiaro oggi possiamo proprio leggere nel bilancio come viene artificiosamente incrementata la contribuenza idrica: si mettono in bilancio 851 mila euro sia tra le entrate che tra le uscite come “poste che si compensano”, ma alla contribuenza vengono caricate solo le spese e non le entrate, così con gli 851 mila euro prelevati dalle tasche dei consorziati si possono autorizzare i pagamenti delle rate di mutuo a dispetto di quello che il T.A.R. aveva espressamente censurato.
Il revisore unico? Quello ha fatto la relazione sul bilancio che gli ha consegnato la Valenza, che ne può sapere di quello predisposto dal Presidente? Ah, già, è lo stesso quasi quasi dimenticavo.
Alla fine, che succede? Succede che per il 2022 ci hanno tassato per 7.276.000 euro, per il 2023 per 7.402.000 euro e per il 2024 per 7.464.000!
Ed il problema è che al peggio non c’è mai limite. Che fare? Intanto presentiamo tutti l’autocertificazione dei terreni irrigabili come risultano dal fascicolo aziendale, perché da quest’anno la superficie agricola irrigabile che risulta all’AGEA rileva anche per la tenuta e l’aggiornamento degli schedari agricoli, tra cui il famoso catasto irriguo che il Consorzio dovrebbe avere ma che in effetti non sa neanche cosa sia.
Poi prepariamoci ad una nuova battaglia giudiziaria alla quale ciascun consorziato potrà contribuire con una spesa minima, presentando un ricorso tributario standard contro gli avvisi di pagamento che riceveremo a breve per il 2024, ed alla fine ci sarà un giudice a Berlino che vorrà scoperchiare il vaso di Pandora dei contributi di bonifica del Consorzio Centro.
Dimenticavo, tra gli otto consiglieri non tutti si sono allineati e coperti dando fiducia al nuovo esecutivo, perché c’è la consigliera Serena Pantalone che ha votato contro questo “non bilancio”. Una contro sette cosicché verrebbe da dire “Enisio stai Serena”, se non fosse per un altro particolare.
Nell’unico atto del Comitato Amministrativo nel quale si richiama l’obbligo di questi di predisporre il bilancio di previsione, e non di andarlo a prendere dal cassetto della scrivania della Commissaria Valenza, il consigliere Candeloro era assente: per cui i passacarte del bilancio sono stati solo il Presidente ed il suo Vice, quest’ultimo tra un impegno di riparazione di vasche e l’altro.
E gli altri 4? Non pervenuti al momento!